Stradario aggiornato di tutti i miei baci era il libro per cui facevo il tifo allo Strega – ma è stato escluso dalla settina, e perciò, ora, confido nel Campiello.
Diciamo subito una cosa: è un libro bellissimo.
Diciamone subito un’altra: se volete una trama, se non apprezzate i romanzi liberi, che vanno un po’ dove vogliono, questo non fa per voi.
Daniela Ranieri mette in scena quella che lei stessa definisce una disastrologia sentimentale. La voce narrante, caustica, sferzante, attenta e profonda, è quella di una donna che racconta le sue disavventure sentimentali con gli uomini – non c’è autocompatimento, ma solo ironia, e una carrellata di uomini imbarazzanti, primi appuntamenti fallimentari, relazioni che cominciano già storte e finiscono anche peggio, e, in mezzo a tutti questi fallimenti, emerge luminoso il grande amore, A.
Fra un disastro e l’altro la voce narrante ci accompagna in riflessioni coltissime e profonde sulle questioni più disparate, dalla dipendenza da psicofarmaci agli effetti magici dei profumi di Jean Paul Gautier, dallo straniamento che, tutti, abbiamo provato durante il primo lockdown al rapporto che intratteniamo coi nostri animali domestici. I riferimenti, coltissimi, si sprecano: Nietzsche, Kafka, Spinoza sono i punti cardinali, la scrittura è generosa, torrenziale, caleidoscopica ed esige fiducia – che non importa tanto quale sia la direzione del racconto, quanto il fatto che Daniela Ranieri ha qualcosa di intelligente e profondo da dire