Heimat di Nora Krug (Einaudi editore) è una graphic novel che è più di una graphic novel, perché oltre alle parole e ai disegni ci sono fotografie, appunti, schizzi, schemini. È costruito come uno di quei diari che segnano l'adolescenza e i momenti di passaggio più importanti, come le smemorande che si facevano testimonianza di un'epoca, materiale grezzo su cui costruire, definire e collezionare la propria identità.
La forma espressiva scelta da Nora Krug è esattamente questa, un diario dove i materiali si accumulano e non sono mai abbastanza, perché l'autrice sta cercando di fare i conti con il passato, vuole elaborare il senso di colpa collettivo di una nazione, la Germania, che si trova a fare i conti con le più feroci delle aberrazioni umane: il nazismo e l'olocausto.
"Heimat" si addentra fra le vicende familiari dell'autrice, che appartiene alla seconda generazione di tedeschi nati dopo la Seconda Guerra Mondiale, e che in questo zibaldone indaga la storia dei propri nonni, persone normali, persone perbene che hanno finito per aderire alla più disumane delle ideologie. Com'è stato possibile? Cos'è successo? È possibile superare il senso di colpa per quanto commesso da un'intera nazione?
Nora Krug analizza la lingua tedesca, che può essere tanto poetica quanto pericolosa, il linguaggio usato dal Fuhrer per muovere le folle, cerca di scendere a patti con il passato politico della propria famiglia, raccoglie freneticamente materiali su materiali per avvicinarsi alle proprie radici, per ricostruire il proprio Heimat, il proprio ambiente familiare, e per scendere a patti con il proprio, dolorosissimo, passato politico.
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