La ragazza di nome Giulio vide la luce negli anni 60 grazie all’editore Longanesi, ma pochi mesi dopo venne sequestrato e la sua autrice Milena Milani sottoposta a processo per “offesa al pubblico pudore”. Lo scandalo ovviamente lo fece diventare un caso letterario portando il libro sulla bocca di tutti: mentre in Italia era ancora al bando, all’estero veniva più volte ristampato.
Questa è la storia di Jules, protagonista incandescente del romanzo più perseguitato dalla mentalità bigotta e perbenista italiana: un percorso di crescita e iniziazione sincero, senza censure di una giovane confusa e senza guide che si interroga sul sesso, l’anima e l’esistenza. Con una scrittura criptica e trasognata la Milani precorre i tempi: ci descrive una ragazza irrequieta che sta diventando donna, condannata a reprimersi, dalla Chiesa e dalla società, lasciata sola a capire il suo corpo e risolvere i suoi dubbi. Le viene insegnato che ogni stimolo è peccato, che l’innocenza è da perseguire e il torbido da nascondere ma lei questi tabù non li capisce, continua a cercare un’altra verità.
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