Più che al color rosso scarlatto, preferiamo pensare che il Bloody Mary debba il suo nome alla sua naturale tendenza a mozzare le teste di chi lo incontra, propensione condivisa con la regina di Scozia Maria Stuarda, a cui è intitolato.
Buono come la pizza ma della pizza molto più alcolico, il Bloody Mary vive nell’enigmatica zona di intersezione tra aperitivo, stuzzicheria e pasto completo; ma per quanto ci riguarda noi rendiamo gloria alla sua natura ibrida, che ha alleviato la vita di generazioni di indecisi cronici colti irrimediabilmente impreparati alla scelta del drink. Sembra che nasca a Parigi intorno al 1920: all’Harry’s New York Bar, il barman unisce vodka e succo di pomodoro; solo più avanti si aggiungeranno gli ingredienti correttori, salse e spezie, a dare un cocktail complesso, dissetante e setoso. Un suggerimento? Chiedete il primo molto piccante, il secondo andrà giù che è una meraviglia.