L'autore Roberto Tumminelli, insieme a Gloria Origgi e Milly Moratti presentano Neanche un attimo di gioia. Le buone ragioni di Valerie Solanas (Milieu Edizioni).
Letture di Bedy Moratti.
Una storia dimenticata che intreccia pop art, femminismo radicale e teatro d'avanguardia: dopo un'infanzia difficile segnata da povertà e violenze, Valerie Solanas arrivò al Greenwich Village nel 1966, dove scrisse un dramma teatrale provocatorio e avanguardistico. Poco dopo incontrò Andy Warhol fuori dal suo studio, la Factory, e gli chiese di produrlo. Warhol si propose di visionarlo, ma trovandolo troppo scandaloso, non la ricontattò più. Nel 1967 Solanas cominciò a telefonare ossessivamente a Warhol, richiedendo a gran voce la restituzione del testo. Quando Warhol ammise di averlo perso, lei chiese dei soldi come risarcimento. Sull'orlo della pazzia, il 3 giugno 1968 Valerie Solanas attentò alla vita di Andy Warhol, sparando diversi colpi di pistola. Arrestata immediatamente finì nell'oblio continuando a entrare e uscire dagli ospedali psichiatrici. Nel 1988, all'età di 52 anni, morì a San Francisco. La figura di Valerie Solanas è controversa, se la stampa "mainstream" ha concordato pressoché all'unanimità sulla sua pazzia, il femminismo moderno ha dovuto fare i conti con questo personaggio scomodo e con i suoi testi più iconoclasti, incendiari e parodistici, come lo "SCUM Manifesto". A 50 anni dall'attentato a Andy Warhol che la rese famosa e a 30 anni dalla morte, Roberto Tumminelli, racconta la vita di questa icona del femminismo radicale americano in parte dimenticata e traduce il testo della discordia, ponendo uno sguardo nuovo sullo studio delle utopie.